Quando il Drift sui Social Ti Costa la Patente: La Lezione dalla Val Gardena

Pubblicato il: 4 Luglio 2025

Ventisette anni, una BMW Serie 4 preparata e la voglia di fare il fenomeno sui social.

Risultato? Patente ritirata e una lezione di vita che costerà cara. La storia che arriva dal Passo Gardena è l’ennesima dimostrazione di come la ricerca di like e visualizzazioni possa trasformarsi in un incubo legale.

Il ragazzo di Ortisei pensava di aver fatto il colpo grosso: drifting spettacolare tra i tornanti dolomitici, video che diventa virale, commenti entusiasti degli amici. Quello che non aveva calcolato era che i carabinieri di Corvara in Badia hanno occhi buoni e sanno usare internet meglio di lui.

L’errore fatale: sottovalutare la tecnologia

Credere che pubblicare online le proprie bravate sia innocuo è da ingenui. Ogni video caricato lascia tracce digitali, ogni story ha un timestamp, ogni post geolocalizzato è una confessione firmata. I militari hanno semplicemente seguito le briciole di pane digitali che il giovane pilota aveva disseminato da solo.

Le immagini mostravano una BMW percorrere la strada del Passo Gardena in modo davvero pericoloso, con continue manovre di drifting nei tornanti che hanno messo in serio pericolo gli altri utenti della strada. La multa? Articolo 143, comma 12 del Codice della Strada, che non perdona chi trasforma la strada pubblica in un circuito privato. Infatti si può fare solo in pista, come in questo caso QUI.

I numeri che fanno male

Parliamo di cifre concrete: multe che possono arrivare fino a 665 euro, patente ritirata, punti persi e soprattutto un precedente che ti segue per anni. Senza contare i costi del legale, dell’eventuale ricorso e della ri-ottenzione della patente. Il video virale ti è costato quanto una bella vacanza.

La sindrome del “tanto non mi beccano”

È il classico errore generazionale: confondere la strada con i videogame. Nella realtà, quando sbagli una curva in drift non hai vite extra, e soprattutto non sei solo. Su quelle strade passano famiglie, anziani, ciclisti. Una sbandata al momento sbagliato può trasformare la ricerca di gloria social in una tragedia.

Il lato oscuro dei social automotive

Instagram e TikTok sono pieni di contenuti automotive spettacolari, ma dietro i video più impressionanti ci sono spesso circuiti chiusi, strade private o quantomeno luoghi sicuri. Copiare queste performance sulla strada pubblica è come voler rifare le scene di Fast & Furious nel traffico cittadino.

La vera alternativa: pista o guai

Vuoi fare drifting? Perfetto, ci sono piste attrezzate, eventi organizzati, scuole specializzate. Costa di più del semplice uscire di casa con l’auto, ma ti garantisce sicurezza, legalità e spesso anche riprese professionali. La passione per la guida sportiva non è un crimine, ma praticarla nel posto sbagliato sì.

La lezione del Passo Gardena è chiara: la strada non è il tuo palcoscenico personale, e internet ha la memoria lunghissima. Meglio un po’ meno like che un bel po’ di guai.

La sicurezza è tutto, la vita ancor di più, tua e degli altri.


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